domenica 12 gennaio 2014

CAPITELLI ROMANICI

I capitelli romanici

La scultura romanica è strettamente connessa all’architettura. Tale connessione è di natura sia fisica (dal momento che si trova essenzialmente nelle parti strutturali quali capitelli e portali), sia simbolica (in quanto attraverso le immagini che vi sono espresse, si attuava un forte indottrinamento che trova giustificazione nell’idea di “Biblia pauperum”, ossia “Bibbia dei poveri”, promossa dai tempi di San Gregorio Magno). Le figure sono collocate nei punti più visibili ai fedeli e, dunque, in posizioni elevate. Grande è il contributo che le vie di pellegrinaggio hanno dato alla costruzione di edifici dove la ricchezza decorativa si univa alla fantasia. Qui si porteranno alcuni esempi derivati dalla realtà romanica del Sud della Francia, lungo le vie che conducevano a Santiago de Compostella.


Fondamentale è l'esempio dato dall'Abbazia di Cluny. Distrutta ai primi del XIX secolo restano a testimoniare lo splendore alcuni capitelli ora conservati nel locale museo, detto Museo del Magazzino della farina, costruito nella seconda metà del Duecento.

Si assume come esempio della complessità di un singolo capitello, quello che raffigura il Paradiso. Il testo che segue è tratto dal sito http://www.narthex.fr/blogs/abbaye-de-cluny-910-2010/les-sculptures-de-cluny-iii-1ere-partie-les-chapiteaux-du-choeur

Le sixième chapiteau ne soulève aucun problème d’interprétation avec des représentations des quatre fleuves du Paradis : le Phison, le Gehon, le Tigre et l’Euphrate avec le pommier, le figuier, l’amandier et la vigne.
Laissons Raoul Glaber nous expliquer la symbolique de ces quatre fleuves à travers ce passage de ses Histoires (1,2,3) cité par Georges Duby dans son ouvrage de 1967, L'An Mil : " Ces incontestables rapports entre les choses nous prêchent Dieu d’une manière à la fois évidente, belle et silencieuse ; car tandis que, d’un mouvement immuable, telle chose présente une autre en soi-même, en prêchant le principe premier dont elles procèdent, toutes demandent de s’y reposer à nouveau. Il faut aussi, à la lumière de cette réflexion, examiner d’un esprit attentif le fleuve qui sort de l’Eden à l’Orient et se divise en quatre cours très bien connus : le premier, le Phison, dont le nom veut dire ouverture de la bouche, signifie la prudence, laquelle est toujours diffuse et utile dans les meilleurs : car c’est par sa propre inertie que l’homme a perdu le Paradis, et c’est à l’aide de la prudence qu’il doit le reconquérir.
Le second, le Géon, dont le nom signifie ouverture de la terre, signifie la tempérance, nourrice de la chasteté, qui extirpe les rameaux des vices.
Et le troisième, le Tigre, dont les rives sont habitées par les Assyriens, c’est-à-dire les dirigeants, signifie pour sa part la force, qui, après avoir expulsé les vices prévaricateurs, dirige, avec l’aide de Dieu, les hommes vers les joies du royaume éternel.
Quant au quatrième, l’Euphrate, dont le nom veut dire abondance, il désigne évidemment la justice, qui nourrit et réconforte toute âme qui la désire ardemment. Or, de même que l’appellation de ces fleuves porte en elle les images des quatre vertus, et en même temps la figure des quatre Evangiles, de même ces vertus sont contenues en figure dans les époques de l’histoire de ce monde, qui sont divisées en quatre. 

Un altro importante esempio di decorazione romanica francese, è il portale della chiesa di saint-Lazare ad Autun. Fu firmato dallo scultore Gislebertus ("Gislebertus hoc fecit") e presenta una complessa e didascalica raffigurazione del Giudizio finale.
L’immagine di Cristo entro una mandorla  assume proporzioni molto maggiori delle altre figure (è infatti alta ben cm 305). Alla sua destra sono Apostoli, angeli, la Gerusalemme celeste e la Vergine. Alla sua sinistra invece vi è il giudizio delle anime, sottoposte alla pesatura da parte di un angelo che tiene una bilancia. A destra di Cristo è l’Arcangelo Michele che pesa le anime e un piccolo demone. A sinistra San Pietro accoglie le anime dei beati in Paradiso. Adamo ed Eva sono identificati tra i beati, insieme a un monaco e pellegrini di ritorno da Gerusalemme e da Santiago di Compostela, città che sono alluse rispettivamente dalla Croce e dalla conchiglia. Si tratta inoltre di un importantissimo esempio della scultura romanica nella Francia del sud databile al 1130 circa (e quindi pochi anni dopo l’intervento di Wiligelmo nel duomo di Modena). Reca una iscrizione in latino che, tradotta, recita: «Io solo dispongo di tutto e corono i meriti/ La pena inflitta da me giudice arresta quelli che sono dominati dal vizio e così risorgerà chiunque non è vittima di una vita empia e per lui brillerà senza fine la luce del giorno […] questo terrore atterrisca coloro che l’errore terreno tien vincolati/ infatti qui l’orrore delle immagini annuncia che davvero avverrà così».

La chiesa della Sainte-Madeleine a Vézelay

Altre architetture francesi degne di nota sono la chiesa di Sante-Madaleine a Vézelay, del 1140 circa.
Il portale della chiesa di Vézelay
Un capitello a Vézelay che mostra un mugnaio che vende farina